Tendinopatia: tipologie, sintomi e trattamenti
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Con il termine tendinopatia si fa riferimento a qualsiasi infortunio o sofferenza a carico dei tendini. Esistono, quindi, diversi tipi di tendinopatia che possono essere causati da traumi acuti, sovraccarico funzionale o malattie sistemiche e che, a loro volta, provocano sintomi specifici come gonfiore, dolore, rigidità, indolenzimento e senso di calore.
La tendinopatia può colpire qualsiasi tendine del corpo umano, ma alcuni sono sicuramente più predisposti di altri, come i tendini dei muscoli estensori e flessori dell’avambraccio, quelli che costituiscono la cuffia dei rotatori, quelli dei muscoli estensori e flessori della mano, quelli dei muscoli del bacino e il tendine rotuleo, d’Achille e del muscolo medio gluteo.
Quante tipologie di tendinite esistono?
Il grande “gruppo” delle tendinopatie include almeno 5 diverse tipologie di condizioni differenti, cioè:
- entesopatia, una sofferenza a carico di un’entesi, cioè il segmento tendineo che collega il tendine a un osso del corpo. La più comune è la pubalgia, cioè l’infiammazione di una o più entesi localizzate a livello pubico;
- tendinosi, una sofferenza cronica di uno o più tendini provocata dalla degenerazione della fisiologica struttura tendinea. Colpisce prevalentemente il tendine rotuleo del ginocchio, il tendine di Achille e i tendini dei muscoli estensori dell’avambraccio;
- tendinite, cioè l’infiammazione di uno o più tendini che non riguardano né l’entesi, né la guaina sinoviale. Scaturiscono di solito dal sovraccarico funzionale di un tendine o a seguito di un trauma acuto. Le principali sono l’epicondilite, l’epitrocleite, la tendinite della mano, l’infiammazione della cuffia dei rotatori e la tendinite achillea;
- tenosinovite stenosante, cioè l’infiammazione della guaina sinoviale di un tendine. Tra le più comuni rientrano il dito a scatto e la sindrome di De Quervain;
- rottura del tendine, che corrisponde alla lacerazione della struttura che unisce un osso a un muscolo a seguito di un trauma acuto o da microtraumi ripetuti nel tempo. I tendini più esposti a rottura sono quelli della cuffia dei rotatori, il tendine rotuleo e il tendine di Achille.
Quali sono le cause della tendinopatia?
Le principali cause della tendinopatia sono i traumi e il sovraccarico funzionale; tuttavia, rientrano tra i fattori di rischio anche alcune malattie sistemiche.
Se si tratta di una tendinopatia da trauma, significa che un evento acuto e violento ha danneggiato in qualche modo un tendine. Ciò può verificarsi, per esempio, in occasione di incidenti stradali, se si praticano sport da contatto o se si svolgono lavori che prevedono l’utilizzo di scale portatili.
Nel caso della tendinopatia da sovraccarico funzionale, invece, la causa è da imputare alla sollecitazione ripetuta e concentrata nel tempo di un tendine tramite un gesto o un movimento apparentemente innocuo. Questo si verifica in sport praticati a livello agonistico, oppure se si eseguono movimenti in modo errato.
Infine, tra le malattie sistemiche che possono causare tendinopatia rientrano:
- artrite reumatoide;
- gotta;
- artrite psoriasica;
- artrite reattiva;
- iperostosi anchilosante;
- spondilite anchilosante;
- diabete;
- iperostosi scheletrica idiopatica diffusa;
- malattie della tiroide.
Quali sono i sintomi della tendinopatia?
Quando insorge, la tendinopatia comporta un quadro sintomatologico locale, abbastanza riconoscibile, che comprende:
- dolore;
- gonfiore;
- senso di rigidità e calore.
Se a uno stadio avanzato, la tendinopatia può essere fortemente debilitante, al punto da impedire l’esecuzione delle più semplici attività quotidiane.
Se non adeguatamente trattata, la tendinopatia può causare calcificazioni a livello tendineo e deformazioni dell’osso su cui si inserisce il tendine. Se si verifica una rottura, può seguire una disfunzione motoria estremamente limitante. Se, invece, la tendinopatia diventa cronica, il paziente può accusare depressione e frustrazione, dato che non è più in grado di svolgere anche le più semplici azioni quotidiane.
Come si diagnostica la tendinopatia?
Per eseguire la diagnosi di tendinopatia sono necessari l’anamnesi e l’esame obiettivo. In un primo momento è, infatti, utile reperire il maggior numero di informazioni sullo stile di vita del paziente e su eventuali traumi, per poi esaminare la zona interessata tramite palpazione.
Successivamente, si procede con esami diagnostici strumentali come l’ecografia e la risonanza magnetica, che permettono di confermare quanto emerso dalle indagini precedenti e di mostrare l’eventuale presenza di complicanze.
Come si cura la tendinopatia?
Il trattamento della tendinopatia varia in base al tipo e alla gravità dell’infortunio tendineo. Se si escludono i casi di rottura del tendine, per i quali è quasi sempre necessaria la chirurgia, gli specialisti del Poliambulatorio Ferrari di Orzinuovi danno la precedenza a trattamenti conservativi, in particolare al protocollo RICE: riposo, applicazione di ghiaccio, compressione della zona dolente ed elevazione dell’arto interessato al di sopra del livello del cuore sono, infatti, buone pratiche per alleviare il dolore e l’infiammazione e agevolare la guarigione.
Dopo circa 1-2 settimane dall’inizio del protocollo RICE, solitamente il paziente inizia a notare i primi benefici. Nel frattempo, può anche indossare un tutore e assumere farmaci antinfiammatori, in particolare FANS e corticosteroidi:
- i FANS sono indicati quando la tendinopatia è di origine infiammatoria;
- i corticosteroidi vengono prescritti quando le tendinopatie, sia infiammatorie che degenerative, persistono e non rispondono ai trattamenti conservativi.
Nel processo di guarigione dalla tendinopatia, poi, gioca un ruolo cruciale la fisioterapia: attraverso esercizi di riabilitazione fisica e stretching può, infatti, migliorare l’elasticità del tendine coinvolto e rinforzare i muscoli correlati.
In alcuni contesti, i fisioterapisti del Poliambulatorio Ferrari di Orzinuovi si avvalgono anche di terapie strumentali come laserterapia, tecarterapia e massaggio, tutte dall’azione antidolorifica e antinfiammatoria e dai benefici tanto immediati quanto duraturi.
Se la tendinopatia non migliora dopo i rimedi conservativi e la fisioterapia, o presenta rottura del tendine allora bisogna necessariamente optare per l’intervento chirurgico. La tecnica utilizzata prevede la riparazione del tendine lacerato in caso di rottura, oppure la “pulizia” del o dei tendini sofferenti in caso di tendinopatia infiammatoria o degenerativa.
Si può guarire dalla tendinopatia?
Se diagnosticata tempestivamente e trattata adeguatamente, è possibile non solo guarire dalla tendinopatia, ma anche in tempi piuttosto brevi e anche nei casi più gravi. Tuttavia, il percorso di recupero (soprattutto dopo l’intervento chirurgico) non è semplice, né immediato e richiede pazienza e dedizione. La completa guarigione di un tendine riparato, infiammato o degenerato richiede, infatti, da 6 mesi a più di un anno.
In ogni caso, affidarsi a medici esperti nel settore, come gli specialisti del Poliambulatorio Ferrari di Orzinuovi, è il primo passo per curare al meglio la propria condizione e guarire nel miglior modo e nel minor tempo possibile.
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